L’impietoso accostamento fra il ponte Colorno-Casalmaggiore scandalosamente bloccato e la vicina, modernissima ed inutile Ti-Bre che finisce nel nulla sono un simbolo della miopia e della mancanza di lungimiranza con cui nel nostro territorio (e certo non solo nel nostro) si è progettato negli ultimi decenni. E l’aeroporto in perenne crisi
è la spada di Damocle che ancora grava sul discorso infrastrutture.
Ripensavo a tutte queste vicende quando, l’altra sera, in Autostrada mi sono trovato per oltre mezzora letteralmente bloccato per un incidente in direzione Bologna, giusto all’altezza della Mediopadana. Dovendo ammettere, per di più, che vista con calma almeno alla luce serale la stazione reggiana disegnata da Calatrava ha anche il suo fascino.
L’idea dell’aeroporto parmigiano è stata affascinante. Partire da qui per Londra, Catania, ecc. è stato bello e comodo. Ma non ha più senso ignorare i numeri, nè i problemi ambientali e non solo che si legherebbero ad una trasformazione cargo.
Soprattutto, non ha più senso coltivare quel presuntuoso sogno “Parmocentrico” secondo cui tutto doveva passare da qui: aeroporto, alta velocità, collegamento Tirreno/Brennero stradale e ferroviario. Quel modello non ha funzionato, per colpe nostre e non nostre. E la stupidità dei derby da campanile (che da tempo dovrebbero essere lasciati al solo calcio) è tutta nella speculare sistemazione di mediopadana alla periferia di Reggio ed aeroporto alla periferia opposta di Parma. Mentre ponte dell’Asolana e inizio abortito della Cisa/Brennero pongono un urgentissimo problema di come non dilapidare le sempre più scarse risorse.
E’ tempo di scelte, anche dolorose. Se l’aeroporto non può avere un futuro, è inutile buttarvi dei soldi inutilmente. E nell’ambito di un nuovo rapporto (indispensabile) con le province vicine, è ora di partire proprio da quella Mediopadana, che c’è e che nessuno può cancellare o avvicinare. Due anni fa si parlava di una navetta aeroporto Verdi-Mediopadana: c’era anche la benedizione della Regione. Oggi quella idea avrebbe senso se l’aeroporto avesse prospettive concrete. Ma in ogni caso, ragionare sulla vecchia linea per dei collegamenti veloci PiacenzaParma/Reggio potrebbe essere un primo punto di partenza. Perchè a forza di ragionare da Capitale, il rischio è che si diventi una Capitale dello spreco e delle idee lasciate a metà.
23 Dicembre 2017 at 18:50
Caro Gabriele,
sarà che il mio sangue non è parmigiano ma mi domando da tempo perchè non si persegua, rispetto alla Mediopadana ferroviaria, ciò che si dice di perseguire. Mi spiego meglio. Perchè non si tratta la fermata appena fuori Reggio come un hub al quale far convergere gli spokes provenienti dalle realtà limitrofe. In primis, e senza pensare all’aeroporto, perchè non far circolare treni frequenti fra la stazione di Parma e la Mediopadana e viceversa? C’è l’interconnessione e quindi non dovrebbe essere un problema d’infrastrutture. In questo modo avremmo collegamenti frequenti con il resto d’Italia. Certo favoriamo Reggio ma…come dici tu….non è un derby di calcio questo.
Fabio Vanni
13 Gennaio 2018 at 16:14
Penso che aeroporto è fermata ferroviaria dell’alta velocità debbano essere vicini, solo così possono essere competitivi e attirare nuovi clienti. Nuovi clienti vuol dire maggior numero di voli. Tra prendere l’areo a Milano o a Bologna preferirei andare a Reggio Emilia.